Oggetto: sentenza Corte Costituzionale rivalutazione pensioni Al termine della camera di consiglio, il 25 ottobre scorso la Corte Costituzionale ha posto la parola fine all’annosa questione dell’indicizzazione dell’assegno pensionistico, causando lo stop anche ai procedimenti giudiziari in corso. I supremi giudici, infatti, hanno respinto tutte le censure d’incostituzionalità del c.d. “bonus Poletti” (DL n.65/2015), oggetto dei ricorsi avanzati anche dalla Fabi in diversi tribunali, perché ritengono che la mini rivalutazione realizzi “un bilanciamento non irragionevole tra i diritti dei pensionati e le esigenze della finanza pubblica”. Come si ricorderà, il citato decreto che seguiva il pronunciamento della Consulta n.70/2015, aveva disposto un riconoscimento parziale della rivalutazione non effettuata per gli anni 2012/2013 (blocco deciso per ragioni di bilancio dal Governo Monti) e degli effetti della stessa sugli anni seguenti. Prendiamo atto dello sfavorevole pronunciamento dell’Alta Corte che ha provocato delusione e rammarico negli oltre 3 milioni di persone interessate, pur non condividendone le motivazioni: un parziale ed equilibrato accoglimento dei ricorsi avrebbe reso giustizia. E’ bene ricordare infine come lo sforzo organizzativo ed economico per gestire tutta la vicenda sia stato affrontato dalla Fabi, senza il concorso economico degli iscritti, contrariamente ad altre OO.SS. o famelici studi legali esterni. La Fabi non cesserà di rivendicare in ogni sede il buon diritto dei pensionati e delle pensionate ad una dignitosa rivalutazione dell’assegno pensionistico. La Segreteria Provinciale Fabi Bergamo |
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